L’autore affronta in questo capitolo il corpo come luogo e tempo per l’insegnamento. Afferma che la parola definisce il mondo, ma il corpo rompe la definizione e supera la fine che le parole stendono sulla realtà. Mette in relazione l’anima , il corpo e le parole: la parola ha bisogno del respiro per essere emessa e il corpo ha bisogno di respirare per sopravvivere, quindi il corpo è in sintonia con l’anima attraverso il respiro/suono/parola.
Il corpo inoltre ha parole senza parole: è acustico, ritmico, motorio e gestuale. Quello che vive il corpo lo vive la parola e quindi ciò che è scritto nel corpo dalla vicenda umana è detto dalla parola. Lorenzetti prosegue affermando che la scuola crede in un corpo/apprendimento più che in un corpo/espressione e distingue la conoscenza viva del nostro corpo da quella morta. Termina poi riflettendo sul fatto che l’arteterapia induce a meditare su una scuola la cui crisi non è risolvibile nell’estensione della progettualità delle discipline, ma nei metodi e nei fini educativi disciplinari. In quest’ottica la “musicoterapia scolastica” è il rivedere l’accosto del terapeutico all’educativo istituzionale pubblico.
Recensione
L’autore affronta in questo capitolo il corpo come luogo e tempo per l’insegnamento. Afferma che la parola definisce il mondo, ma il corpo rompe la definizione e supera la fine che le parole stendono sulla realtà. Mette in relazione l’anima , il corpo e le parole: la parola ha bisogno del respiro per essere emessa e il corpo ha bisogno di respirare per sopravvivere, quindi il corpo è in sintonia con l’anima attraverso il respiro/suono/parola.
Il corpo inoltre ha parole senza parole: è acustico, ritmico, motorio e gestuale. Quello che vive il corpo lo vive la parola e quindi ciò che è scritto nel corpo dalla vicenda umana è detto dalla parola. Lorenzetti prosegue affermando che la scuola crede in un corpo/apprendimento più che in un corpo/espressione e distingue la conoscenza viva del nostro corpo da quella morta. Termina poi riflettendo sul fatto che l’arteterapia induce a meditare su una scuola la cui crisi non è risolvibile nell’estensione della progettualità delle discipline, ma nei metodi e nei fini educativi disciplinari. In quest’ottica la “musicoterapia scolastica” è il rivedere l’accosto del terapeutico all’educativo istituzionale pubblico.
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