Recensione

L’introduzione dell’approccio musicoterapico in un contesto scolastico ed esducativo ha sempre sollevato, fin dalla prima diffusione della musicoterapia in Italia, dubbi e timori, pur essendo quest’ambito quello in cui la musicoterapia italiana, dopo la chiusura delle scuole speciali (anni 70 del secolo scorso), si sperimentò maggiormente. I motivi che possono aiutarci a comprendere tale atteggiamento sono essenzialmente due. Innanzitutto la difficoltà nel precisare i contorni della nostra disciplina che appare complessa, sfuggevole ed è confinante con l’ambito psicopedagogico come quello psicoterapico; ad aumentare il possibile disorientamento contribuisce inoltre il fatto che alcune pratiche musicoterapiche derivano direttamente da un contesto psicopedagogico con cui possono condividere aspetti teorici e metodo (basti pensare al Modello Nordoff-Robbins o alla Musicoterapia Orff). Tali aspetti sollecitavano la perplessità dei nostri colleghi didatti e musicisti che non comprendevano la specificità del nostro intervento, paventavano un’invasione di campo e temevano la medicalizzazione di pratiche già da loro attuate con successo ed efficacia. la questione, tutt’ora dibattuta, è quindi se esista o meno una specificità dell’approccio musicoterapico in un contesto didattico o se viceversa la dizione musicoterapia non abbia ragione d’essere in ambito educativo.