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Cap.2 Introduzione alla ricerca in musicoterapia: significato, ragioni e paradigmi pp. 27-38

 

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Editore: Cap.2 Introduzione alla ricerca in musicoterapia: significato, ragioni e paradigmi pp. 27-38

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La musicoterapia è una disciplina in grande evoluzione e di recente nascita: da un lato è sottoposta, specialmente in Italia, alla necessità di dimostrare e quantificare i risultati in ambito scientifico; dall’altro, quando è costituita prevalentemente da aspetti sonoro-musicali, affettivo-relazionali e creativi, si colloca a pieno titolo in un’ottica anti-riduzionistica.                Il significato e le motivazioni di fare ricerca in musicoterapia potrebbero essere ricondotte ai seguenti obiettivi: accrescere le conoscenze scientifiche relative agli effetti della musicoterapia; interrogarsi sul perché e sulle cause dei fenomeni che avvengono in musicoterapia; trovare criteri coerenti e condivisibili di valutazione del processo musicoterapico; quantificare e misurare i fenomeni e gli eventi musicoterapici; approfondire la teoria e il metodo sviluppando riflessioni; indagare gli eventi musicoterapici individuando categorie, connessioni e schemi possibili; individuare i temi centrali che caratterizzano l’evento musicoterapico; interpretare gli eventi musicoterapici. Questi obiettivi si possono disporre lungo l’asse della ricerca, alle cui estremità opposte si collocano il pensiero quantitativo (il modello quantitativo si basa sul pensiero positivista, studia i rapporti causa/effetto, dà le priorità al dato numerico)e il pensiero qualitativo (il modello qualitativo si fonda sull’idea che non esiste l’oggettività delle cose, non è interessato ai risultati ma ai processi in termini descrittivi o di speculazione teorica).              Le esperienze fatte nell’ambito della ricerca musicoterapica sono state classificate nella maniera seguente: RICERCA QUANTITATIVA (Sperimentale Descrittiva, Analisi del comportamento applicato – Prickett, 1995) RICERCA QUALITATIVA (Teoria Naturalistica, Fenomenologia Ermeneutica – Aigen, 1995). La ricerca quantitativa, secondo Prickett, si può ricondurre a tre tipologie:
a)    la ricerca sperimentale, che studia i rapporti di causa/effetto nell’ottica della misurazione e della ripetibilità;
b)   la ricerca descrittiva, che si propone di descrivere i fenomeni misurandone gli aspetti significativi;
c)    l’analisi del comportamento applicato, che considera i comportamenti espressi in diversi contesti musicoterapici quantificando i dati salienti per giungere a una interpretazione degli stessi (questo tipo di ricerca riguarda spesso i casi singoli).

La ricerca qualitativa, secondo Aigen, si può suddividere in quattro distinte tipologie:
a) la ricerca teorica, che si propone di generare e testare teorie attraverso un’immersione nei dati derivanti dall’osservazione;
b) la ricerca naturalistica, che si pone come obiettivo quello di indagare ciò che in realtà i musico terapeuti fanno nel setting musicoterapico senza che questo venga in alcun modo “snaturato”;
c) la ricerca fenomenologica, che si propone di capire e analizzare i costituenti essenziali del fenomeno, individuando i temi che emergono dai diversi resoconti esperienziali e dalla natura degli stessi;
d) la ricerca ermeneutica, che si basa sull’interpretazione dei dati raccolti dall’osservazione diretta del fenomeno.
In sintesi: un intervento musicoterapico che ha un’impostazione e una finalità “riabilitativa” può essere più opportunamente indagato utilizzando un paradigma quantitativo, mentre un intervento con finalità “terapeutica” si presta maggiormente a essere oggetto di uno studio qualitativo.
La ricerca in musicoterapia può fondamentalmente produrre effetti su vari piani riconducibili a:
-       aspetti clinico-applicativi;
-       aspetti teorico-metodologici;
-       aspetti formativi.

L’obiettivo del ricercatore in musicoterapia non deve essere necessariamente volto a evidenziare risultati, bensì a indagare, comprendere e approfondire il processo musicoterapico cercando di interrogarsi sul “perché delle cause e dei risultati”. L’esperienza della ricerca ha un alto valore formativo. Tutto ciò contribuisce al consolidamento della professionalità del musicoterapeuta, specialmente se questo processo avviene attraverso il lavoro d’equipe, dove il confronto con figure professionali di altre discipline accresce la consapevolezza dei risultati ottenuti. Teoria, applicazione e ricerca devono diventare una piattaforma di confronto quotidiano per il futuro musicoterapeuta.

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